Sulla musica industrial
La musica industriale, conosciuta spesso come industrial, è uno stile di musica sperimentale nato negli anni ’70 intorno all’etichetta discografica Industrial Records dei Throbbing Gristle e sviluppato da una ristretta cerchia di artisti inglesi ed americani. Negli anni successivi tale approccio si diffuse in tutto il mondo occidentale ed in parte dell’Asia, evolvendo nelle molte varianti della musica post-industriale.
Parallelamente alle esperienze della Industrial Records, altri artisti svilupparono intuizioni similari, inserendole però in impostazioni più tipicamente rock e meno esplicitamente sperimentali e rumoristiche. Per tali gruppi, la critica musicale utilizzerà in seguito, il termine industrial rock.
La musica industrial attinge a tematiche trasgressive e provocatorie. AllMusic la definisce come “la combinazione più abrasiva di rock e musica elettronica” che ai suoi esordi si presenta come una “combinazione di esperimenti elettronici di avanguardia (tape music, musica concreta, rumore bianco, sintetizzatori, sequencer, ecc) e provocazioni punk”, una sintonia di vedute con parte della new wave americana, pur applicando una sostanziale sostituzione della classica formazione chitarra-basso-batteria in favore di strumentazioni quasi totalmente elettroniche. “Lo spirito era ribelle e oltraggioso proprio come il punk-rock, ma il suono era difficilmente classificabile all’interno del panorama rock.”
L’industrial mescola elementi della musica colta con la popular music, traendo inizialmente ispirazione dal krautrock, dal rock psichedelico, dalle esperienze di musica concreta e dalla musica contemporanea. Pesano poi sul genere influenze quali le avanguardie artistiche del primo ‘900 (come il dadaismo, il futurismo, il situazionismo, e soprattutto la performance art), la Beat Generation, i libri di autori dell’ondata new wave della fantascienza degli anni sessanta e la filosofia postmoderna.