Sulla musica house
L’house è un genere musicale appartenente alla electronic dance music (EDM), nato nelle discoteche di Chicago nella prima metà degli anni ottanta e fortemente influenzata dalla disco music e da elementi del funk dei tardi anni settanta. Il nome house deriva dal Warehouse, storico locale di Chicago il cui DJ resident Frankie Knuckles, soprannominato The Godfather of House, è riconosciuto come il creatore.
Questo genere è caratterizzato da una metrica in 4/4 con cassa in battuta su ogni quarto, arricchita talvolta da temi ritmici più elaborati. Una presenza fissa è lo “snare” (rullante) sui battiti pari e il charleston (hi-hat) in controtempo, per formare il groove con giri di basso in una o due battute. Il basso può essere acustico, elettrico o anche sintetico. Questa sezione ritmica fa da base per la parte melodica che è composta diversamente a seconda dei generi ma che ha elementi comuni come la presenza di semplici fraseggi melodici di pianoforte, chitarre acustiche o elettriche funky o jazz, complessi assoli di fiati, cordofoni e linee vocali con influenze funk e soul. La frequenza metronomica è tipicamente di 120/130 battiti per minuto. Nella maggior parte il metronomo batte i 128 bpm.
La stesura di un pezzo house inizia quasi sempre con un'”introduzione” composta dai soli suoni di batteria, che culmina in una pausa fatta di soli pad (in italiano detti “tappeti armonici”: suoni elettronici di accompagnamento), fino a giungere al tema principale, con le sue variazioni. Segue poi pausa di lunghezza maggiore, respiro ed infine un nuovo tema centrale e una coda per chiudere il pezzo.
Questa somiglianza melodica e ritmica tra la fine di un brano e l’inizio di quello successivo è un elemento fondamentale nell’esecuzione di una scaletta musicale, perché permette ai DJ di mettere due brani musicali in sequenza, senza che il pubblico possa avvertire quando termina l’uno e comincia l’altro, garantendo per questo una continuità e un flusso musicale piuttosto omogeneo.