L’omonimo EP dei Giannutri, duo trevigiano, si apre con “Apollo 113“. Un brano alternative rock che racconta un po’ lo smarrimento di noi stessi attraverso la metafora dello shuttle. Ritmo accattivante, ma soprattutto emozionante. Si passa poi a “Piccolo Paese” che si muove su melodie più pop, ricordando un po’ lo stile dei Pinguini Tattici Nucleari. La canzone è più leggera rispetto alla precedente, ma si ascolta con enorme piacere.
L’EP si divide in due parte. Nella prima abbiamo canzoni più allegre, mentre le ultime due sono più introspettive e cupe. “Ma non per te” apre le danze della seconda parte. Un brano in cui al centro c’è la melodia, solo dopo diversi secondi si “intromette” anche la voce. “Mantra” è sulla scia del precedente brano, ma nella pratica sembra una via di mezzo tra “Ma non per te” e “Apollo 113”.
Mi piacciono i Giannutri perché in soli quattro brani riescono a presentarci stili musicali diversi che mantengono le peculiarità del gruppo, un’impronta che mi fa dire “questa è dei Giannutri”.
Un EP che consiglierei in tutte le sue parti.