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Recensione di “Terra Bruciata” degli Zagreb

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“Terra Bruciata” segna un altro capitolo intenso e sfaccettato nella carriera degli Zagreb, una band che, dopo dieci anni di carriera, cinque dischi e innumerevoli esperienze live, riesce a rinnovarsi pur restando saldamente ancorata alle proprie radici. Con cinque brani che spaziano tra il malessere sociale, la violenza, le difficoltà emotive e la disperazione, questo EP è un grido di consapevolezza, un grido che non lascia nulla al caso e si affida alla forza delle parole e dei suoni crudi.

La band non è mai stata avara di messaggi forti e diretti, ma con “Terra Bruciata” spinge ancora più in là i confini del proprio suono e delle tematiche trattate. Ogni traccia è un manifesto di rabbia, di resistenza, ma anche di un’umanità frammentata e sempre più incapace di comunicare. Questo EP è l’incarnazione di una band che, nonostante le difficoltà, ha scelto di non piegarsi e di raccontare storie vere, storie che feriscono ma che allo stesso tempo cercano la via della consapevolezza.

Satelliti apre l’EP con una potenza sonora e tematica che colpisce direttamente al cuore. Il brano si concentra su un tema delicato e doloroso come il femminicidio, ma lo fa da una prospettiva inusuale: quella del carnefice. La band sceglie di esplorare la mente disturbata di chi compie atti di violenza, cercando di dar voce, anche se in modo estremamente critico, a una parte della realtà che troppo spesso viene ignorata. La frase “come razzi in uno spazio tutto nostro, senza satelliti” è un potente simbolo dell’isolamento e della follia che alimentano l’indifferenza e la solitudine. La musica, cruda e incisiva, rispecchia l’intensità e la gravità del tema trattato, con la produzione di Andrea Sologni che esalta la distorsione emotiva del pezzo, mentre il mix di Federico Viola crea una tensione palpabile. “Satelliti” non è solo una riflessione sul male, ma un grido di denuncia contro la perdita di comunicazione e la deriva sociale che accompagna questi atti tragici.

In Stai Attento, la band racconta la paura costante, quella che si insinua nei momenti più banali della vita quotidiana. Il titolo stesso, che riprende una frase usata da molti adulti per prevenire errori, racchiude tutta la paranoica angoscia che il brano riesce a trasmettere. La musica qui è altrettanto angosciante, con un ritmo che accelera il battito cardiaco e una produzione che fa emergere la tensione in modo palpabile. La paura dell’esistenza, della propria inadeguatezza, è rappresentata in modo crudo e senza concessioni. Un’altra traccia che non lascia spazio all’interpretazione: chi ascolta deve sentirla, senza filtri.

Vorrei Vedere Voi è un pezzo che parla di sopravvivenza, di come sia difficile perseguire un sogno in un mondo che ti mette continuamente alla prova. In particolare, racconta le difficoltà affrontate dalla band stessa nel corso degli anni. Vorrei vedere voi è la risposta a chi critica dall’esterno senza conoscere il sacrificio e la fatica dietro ogni passo. La produzione, firmata da Francesco Scarpa, trasporta questa determinazione in un sound energico, pieno di vitalità e forza.

Con Magnifica, gli Zagreb collaborano con il rapper padovano Simone Celi aka Silek, e il risultato è una fusione esplosiva di rock e rap che affronta il tema della frustrazione sociale e della lotta interna tra il bene e il male. La traccia esplora l’inquietudine di vivere in una società sempre più satura di odio e violenza, ma anche la vanità e il desiderio di prevalere sugli altri. La tensione tra le parole e la musica crea un contrasto potente, che rende il brano ancor più intenso. La produzione curata da Sologni, Viola e Silek è impeccabile, creando un mix perfetto di energia e riflessione.

L’EP si chiude con Non Dimenticare, una traccia che esplora la fine di una relazione, il dissolversi di un amore che non riesce più a sopravvivere, nonostante il forte legame che ancora lega i due protagonisti. La malinconia e il disincanto permeano la canzone, ma anche un senso di urgenza e di liberazione. La band dimostra ancora una volta la sua capacità di raccontare storie intime e personali, senza rinunciare alla forza del suono. La produzione di Ivan Zora al Phonix Studio di Padova conferisce alla traccia un sound crudo e urgente, che sembra riflettere la disperazione del testo.

“Terra Bruciata” è un lavoro potente, crudo e viscerale. Gli Zagreb non si risparmiano e ci regalano un EP che suona come una ferita aperta, ma anche come un atto di resistenza contro la banalità e l’indifferenza del mondo che ci circonda. La band conferma la sua capacità di trasformare il malessere in musica, di parlare senza filtri di temi scottanti, e lo fa con un sound che non teme compromessi. Ogni brano è una confessione, una denuncia, una richiesta di attenzione. Questo lavoro è il risultato di dieci anni di crescita e di esperienze che hanno plasmato la band, e la sua forza risiede proprio in questo: nella sua sincerità e nella sua capacità di non nascondere la verità, per quanto dolorosa possa essere.

Recensione di “Terra Bruciata” degli Zagreb

Gli Zagreb nascono nel Marzo 2014 tra Treviso e Padova dall’insieme di 4 musicisti attivi da molti anni nella scena underground. La scrittura è in italiano, per non nascondersi dietro facili assonanze; lo stampo dei brani è rock, tirato e influenzato dalle variegate esperienze dei quattro componenti. Iniziano le registrazioni in studio del primo singolo “Ermetico” e la programmazione live immediata porta i Zagreb a suonare in breve tempo su locali e festival travalicando anche i confini delle province di residenza e raggiungendo quasi quaranta esibizioni live da luglio 2014 ad agosto 2015.

Nel febbraio 2015 i Zagreb iniziano a registrare il primo disco ufficiale “Fantasmi Ubriachi”, presso lo studio ferrarese del noto produttore Manuele Fusaroli (The Zen Circus, Giorgio Canali, Nada, Andrea Mirò, Il Teatro Degli Orrori) assistito al banco da Federico Viola.

Il disco raccoglie frammenti di vita e rapide considerazioni, il tutto cristallizzato sapientemente dalla produzione. Attraverso un equilibrato mix di sonorità distorte e incalzanti prettamente rock e di brani dal gusto più onirico e sospeso, la band gioca su chiaroscuri che rendono il primo lavoro in studio di Zagreb un disco completo, indirizzandoli verso un genere e una scrittura che, pur mantenendo le radici iniziali, si apre verso prospettive moderne.

“Fantasmi Ubriachi” esce il 27 Novembre 2015, con larghi consensi dagli addetti ai lavori, e inizia il “Il tuo tempo tour”, che porta la band a condividere i palchi di club e festival con band di spessore.

Nella primavera/estate 2017, la band si mette al lavoro per il nuovo e secondo album, prodotto da Federico Viola e Michele Guberti presso l’Animal House Studio. Un disco maturo e ricco di suoni freschi e scuri allo stesso tempo, composto da 10 brani in cui la band racconta a modo proprio la società e i fantasmi che si nascondono dentro ognuno di loro.

Il 12 gennaio 2018 esce il primo singolo “Nel Buio”, estratto dall’album “Palude”, pubblicato e distribuito dell’etichetta ferrarese Alka Record Label.

Tra Febbraio e Agosto 2019, come un’esplosione, Zagreb registra il terzo lavoro di studio, “(Tu sarai complice)”, in uscita il 24 Gennaio 2020, vantando l’importante collaborazione con Pierpaolo Capovilla (Il Teatro degli Orrori/One Dimensional Man) nel brano “Vibra”.

Il disco è anticipato dal singolo/video “La distanza” che in poche settimane raggiunge ascolti importanti su spotify e canali digitali vari.

Nel 2021, come un “Fulmine”, Zagreb inizia a scrivere nuovi brani che presto daranno vita al quarto disco in studio della band: registrato tra Marzo 2021 e Febbraio 2022, prende forma “Fulmini” da cui sono estratti “Tu hai me” e “Libellula” e l’importante singolo “Resto solo io” vede la partecipazione di Omar Pedrini.

Il disco è uscito il 16 Settembre 2022 per Vrec/Dischi Soviet e ben 2 singoli sono stati inseriti per diversi mesi nella prestigiosa playlist Spotify “Rock Italia”.

Gli Zagreb hanno collezionato oltre 300 concerti ed hanno condiviso il palco con: Il Teatro degli Orrori, Ministri, Manuel Agnelli, Lacuna Coil, Marlene Kuntz, Sick Tamburo, Moltheni, I Am Giant, Appino, Edda, Omar Pedrini, Pierpaolo Capovilla, Giulio Casale, The Bastard Sons of Dioniso, Bianco, Eugenio in via di Gioia, Casablanca, Maestro Pellegrino, Lume, Andrea Rock, Alteria, Cara Calma, Uno Maggio di Taranto (con Zen Circus, Gianni Morandi, Giuliano Sangiorgi, Diodato, Roy Paci, 99 Posse, Ermal Meta, Margherita Vicario, Calibro 35 e molti altri).

 

Carolin Albertazzi

Carolin Albertazzi