Ci sono album che ascolti e album che senti, e Sarajevo, il debutto dei Temperie, per me appartiene decisamente alla seconda categoria. Mi ha catturato sin dal primo ascolto, ma è stata la title track Sarajevo a darmi quella scossa emotiva che solo poche canzoni riescono a trasmettere. C’è qualcosa di incredibilmente evocativo in questo brano: la melodia cresce piano, avvolgendoti, mentre il testo ti trasporta in un luogo immaginario, dove si mescolano bellezza e caos, come in una Sarajevo simbolica.
Ogni parola sembra avere un peso, ogni nota una direzione. Non è solo una canzone, è un viaggio dentro se stessi, una riflessione sul significato delle relazioni e su come da ogni frattura possa nascere una nuova forza. Mi sono ritrovato a riascoltarla più volte, scoprendo ogni volta qualcosa di nuovo.
L’intero album è un piccolo gioiello di pop raffinato, capace di parlare al cuore senza perdere profondità. È musica che fa sognare, ma che ti lascia anche qualcosa su cui riflettere. Sarajevo non è solo un esordio: è una promessa. E io non vedo l’ora di vedere dove Temperie ci porteranno ancora.