È uno degli artisti più enigmatici, istrionici, teatrali e versatili della scena italiana e dopo aver svestito la primavera dalla sofferenza e dal pregiudizio traendo da “La Patetica” di Ludwing van Beethoven con la sua poesia salvifica “Iris Spogliati”, scritta a quattro mani con Patrizia Kolombo, Al Vox torna per abbracciare il calore e la leggerezza dell’estate appena sbocciata con un pezzo capace di unire la speranza alla necessità di un imminente cambiamento, la spensieratezza alla riflessione. “Magnifico”, questo il titolo del brano fuori per PaKo Music Records con distribuzione a cura di Believe Digital, è un inno ricolmo di ottimismo, uno sguardo fiducioso verso il futuro che cela e nasce da un seme dal duplice aspetto, composto per metà dal sentito ed effettivo desiderio di miglioramento sociale, ma, per l’altra, da una lucida narrazione di una società sempre più disfattista e nichilista.
Con la profondità analitica e la minuziosa sensibilità di una penna che fin dai suoi esordi scava a fondo nella mente, nel comportamento e negli atteggiamenti umani, il cantautore ligure regala al pubblico una fotografia che dal bianco e nero di una realtà cupa e alla deriva, si tinge di mille vivacissimi colori, senza ricorrere a filtri o inganni percettivi, ma basandosi sulla verità di ciò che mai niente e nessuno potrà togliere a ciascuno di noi: i sogni e la speranza.
Ma dove si collocano la corruzione, la distopia, tutto ciò che lo stesso artista definisce il “maledettismo” da scongiurare, quel velo terribile e raccapricciante che aleggia sulla società e quindi, potenzialmente, su ciascun essere umano che la costituisce? La risposta è semplice:
«nel il titolo stesso. Il mio cantato – afferma Al Vox – definisce ”Magnifico” una miriade di questioni che, se ponete attenzione, non sono proprio tali. Infatti, ho scelto un titolo traviante, un gioco ironico in cui non c’è nulla di magnifico. Ma che si tratti di ironia, o di una presa di coscienza, appena si sente, e allo stesso tempo si balli qualcosa di così apparentemente superficiale, ci si rilassa distogliendo la mente dal negativo. A volte è anche giusto, è giusto uscire un po’ da uno schema complesso di vita. Il superfluo potrebbe davvero essere più importante; il superfluo, potrebbe essere davvero l’unica cosa importante».
Criptico e misterioso, ma al tempo stesso cristallino nelle sue liriche e nei suoi intenti, Al Vox fa centro con una canzone manifesto di un mondo migliore, in cui tutte «le bombe sono finite» e il Capodanno «è l’unica esplosione»; un mondo dove non esiste giudizio, ma «c’è una possibilità per tutti», un luogo in cui vivere davvero liberi, consapevoli e sicuri di sé e del proprio prossimo, perché «i giornali dicono il vero», «nessun ragazzo si droga» e «non c’ è nessuno il sabato sera che si concede uno stupro alle due della mattina»; un mondo forse troppo utopico, ove «le favole esistono ancora», ma sicuramente “Magnifico”.