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Anarchybrain racconta il nuovo singolo “Nessun Passo Indietro”

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Siamo su MyChance.it e con piacere torniamo a parlare dell’anarchia prog rock che scorre nelle vene di Anarchybrain, nome d’arte di Fabio Varrone!

Come stai Fabio? Com’è andata l’uscita del tuo ultimo disco “Ho perso la strada”? Sei soddisfatto?   

Ciao, tutto bene e spero lo stesso per voi.

L’Uscita del mio nuovo album è andata bene anche se come sempre le vendite sono inesistenti da quando esiste lo streaming. A livello promozionale sono soddisfatto perchè se ne è parlato molto.

Nessun Passo Indietro è l’ultimo singolo che hai rilasciato. Sappiamo che tratti un tema molto delicato e, al giorno d’oggi, purtroppo ancora molto attuale: la violenza sulle donne… a te la parola.

Si purtroppo oggi giorno si sente troppo spesso parlare in tv di donne uccise per mano di uomini violenti, questo non è più accettabile. Dobbiamo arrivare a comprendere che quando un amore finisce o quando in una coppia non si va d’accordo la separazione è una cosa del tutto naturale, si è vero che si può stare male per la perdita di un compagno, ma il mondo è talmente pieno di persone che credo che sia impossibile non incontrare altri partner in un futuro, forse con il quale si potrebbe anche stare meglio. Per quanto riguarda invece uomini con impulsi di violenza, li credo che un supporto psicologico maggiore al riguardo e una tutela maggiore da parte delle forze dell’ordine non sarebbe male. 

Qual è la parte di testo che secondo te presenta meglio il brano?

La parte in cui dico “Quel rosso sul suo viso ti fa sentire grande, perchè forse hai poco nelle tue mutande”. In questa frase dico chiaro e tondo a chi picchia le donne e si sente grande: è facile, prova a farlo con uno della tua stazza, ma non ne hai il coraggio perchè sai bene che le prenderesti.

Cosa può fare secondo te la musica per sensibilizzare maggiormente su questo argomento?

Innanzitutto permettere ai cittadini di intervenire in caso si assista a questo tipo di violenza. Un altro passo potrebbe essere una sorta di custodia domiciliare sorvegliata per le persone che hanno usato violenza sulle donne . Parlarne si può servire, le associazioni anche fanno la loro parte ma la differenza maggiore la fanno le persone che intervengono prima che si commetta una tragedia.

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