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Anarchybrain racconta il suo nuovo disco prog Ho perso la strada

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  • Siamo su MyChance.it, con Anarchybrain! Come stai? Prima di parlare del tuo ultimo disco, ci racconti come e quando è nata la tua passione per la musica?

Esco da un periodo difficile della mia vita lavorativa ma sto bene grazie. Questo disco nasce in un brutto periodo della mia vita. Avevano appena diagnosticato un linfoma grave alla mia cagnolina ed ero disperato, così da ex

cristiano cattolico mi rifugiai nella preghiera per l’ennesima volta, senza mai ottenere risposta. Quando mi resi conto che stavo solamente parlando con il soffitto di casa capii che la religione potrebbe essere qualcosa di diverso da ciò che ci hanno sempre in segnato oppure è pura fantasia per sottomettere ed illudere le persone. Così in una notte di Ottobre 2019 cominciai a scrivere i testi dell’album, ma ho cominciato le registrazoni solamente dopo Agosto 2020 quando la mia cagnolina purtroppo è deceduta. La mia passione artistica nasce sin da bambino quando mio padre mi faceva ascoltare i Beatles, i Rokes, Equipe 84 e Premiata Forneria Marconi, così nel 1992, mio padre mi comprò la mia prima chitarra e credo che ancora oggi se ne sia pentito di averlo fatto..

  • “Ho perso la strada” è l’ultimo disco che hai rilasciato. Cosa deve trova un ascoltatore in questo album?

Deve ritrovare la razionalità di quello che succede nella vita e non  dar retta a sciocche superstizioni create ad arte da chi ha sempre cercato di sottomettere il pensiero delle persone libere. Questo disco nasce in un brutto periodo della mia vita. Avevano appena diagnosticato un linfoma grave alla mia cagnolina ed ero disperato, così da ex cristiano cattolico mi rifugiai nella preghiera per l’ennesima volta, senza mai ottenere risposta. Quando mi resi conto che stavo solamente parlando con il soffitto di casa capii che la religione potrebbe essere qualcosa di diverso da ciò che ci hanno sempre in segnato oppure è pura fantasia per sottomettere ed illudere le persone. Così in una notte di Ottobre 2019 cominciai a scrivere i testi dell’album.

  • Qual è la canzone che rappresenta meglio il disco e perché?

“Libero Arbitrio Imposto” io ho inserito nel testo dialoghi realmente avvenuti tra me ed alcuni sacerdoti durante periodi brutti, come ad esempio la morte di un parente caro. Per me La canzone che rappresenta meglio il disco è «Libero Arbitrio Imposto». 

  • Quali sono i tuoi artisti di riferimento?

Ce ne sono moltissimi ma quelli che mi hanno ispirato più di tutti sono: Piero Ciampi; Syd Barrett; Jas Mann; Pfm; Banco del Muttuo Soccorso; Pink Floyd

  • Cosa rappresenta per te la musica?

La musica è la traduzione delle emozioni e delle sensazioni in suono, qualcosa che ci rende liberi di pensare e di esprimerci ma che è stata trasformata in qualcosa si finto e vuoto da chi governa il panorama discografico.

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