“Aumh” è un verso che, preso così singolarmente, sembra non avere molto senso. Eppure ognuno di noi ha un verso, una smorfia, un gesto o un grugnito che magari ci ricorda un evento, una persona o un episodio particolare legato al nostro passato.
E così “Aumh” assume un significato molto particolare per Antonio Montanari, in arte Tony Montana, che lo interpreta come il grido di uno “spaventa-pensieri”, il guardiano di un mare di tristezza. Nel suo ultimo brano, intitolato per l’appunto “Aumh”, questo verso scaccia chiunque cerca di tuffarsi giù dal veliero che sta affondando.
Una sorta di appiglio al quale aggrapparsi quando la tristezza rischia di trascinarci giù in un baratro senza fondo. Tony Montana ha scritto questa canzone per intraprendere un viaggio nel profondo, un’esplorazione interiore che ognuno dovrebbe fare, facendo però attenzione a non lasciarsi risucchiare dall’abisso.
La vita a volte è una camminata su una corda senza reti di protezione e basta sbilanciarsi un po’ per cadere giù. Del resto, in un mondo così frenetico e contorto, mantenere l’equilibrio è davvero molto complicato e quel muro sottile che divide la follia dalla sanità mentale rischia di crollare in qualsiasi momento.
Come ha raccontato Tony la canzone è nata quasi per caso, mentre strimpellava al padre un vecchio brano di Domenico Modugno, “Vecchio frack”. Il padre di Tony, che purtroppo soffre di demenza, ha guardato il figlio e gli ha detto: “Aumh”. In quel momento l’artista ha ammesso di essersi perso nel suo mare di tristezza, cercando di entrare nella mente del padre e nello stesso tempo vivendo il dolore di non poter più riavere l’uomo che lo aveva cresciuto, almeno non come lo conosceva prima della malattia.
Tony Montana, dalla provincia di Reggio Emilia, in realtà bazzica nel mondo della musica da un bel po’ di tempo. Ha detto che scrive musica da quando era adolescente e ultimamente è ritornata ancora più bruciante che mai la voglia di produrre nuove canzoni.
Nel 2021 ha pubblicato una raccolta di 25 brani in un libro intitolato “L’ombra che mi fredda l’anima”, edito da Corsiero Editore, dove racconta diverse storie. Per due anni ha portato questi brani in giro, eseguendoli in acustico con un amico nei locali della zona.
Dopo 20 anni, nel 2024, è poi tornato in studio per lavorare ad un nuovo progetto: “Cowboy metropolitano”. Un viaggio artistico per un musicista che sembra a tutti gli effetti un cowboy metropolitano, come dimostra l’assolo di chitarra all’inizio di “Aumh” con tanto di fischiettio in salsa western.