A distanza di una stagione dall’ultimo singolo rilasciato per Revubs Dischi, il cantautore perugino torna a piantare musica nel deserto della scena contemporanea: “Fiore” è la nuova primavera di Giovanni Artegiani, dal 28.1.2022 disponibile su tutte le piattaforme d’ascolto digitale per l’etichetta spezzina.
Lo abbiamo intervistato per scoprire qualcosa in più sul suo singolo.
Bentrovato, Giovanni. Presentati a chi ancora non ti conosce: dicci da dove vieni, ma sopratutto dove sei diretto!
Sono un cantautore di 25 anni, sono nato in passato e sono diretto nel futuro. In questo momento ho fatto una pausetta nel presente, ma dura poco. Vivo a Bologna e sono di Perugia.
Hai pubblicato già un discreto numero di singoli, oltre che un Ep. Come mai non ti sei ancora approcciato all’idea di un disco? Oggi, in tanti sostengono che la forma “disco” sia ormai superata, e che si debbano preferire uscite più “singolabili”… tu cosa ne pensi?
Penso che non credo sia passato il tempo degli album, assolutamente. Io un album in realtà l’ho fatto, avevo 19 anni, ma ora è difficile reperirlo in giro perchè ho provveduto a farne scomparire quasi tutte le tracce ahah ma se cerchi bene in realtà qualche impronta qua e l’ha l’ho lasciata. Si chiama Ispiramore.
Andiamo all’oggi, e parliamo di “Fiore”. Raccontaci come nasce il pezzo, che pare essere una canzone d’amore con un retrogusto a suo modo amaro.
Beh si è un pezzo sofferto, che parla di un amore profondo, importante, che sbiadisce fino a lasciare il passo a sentimenti come risentimento, delusione, sofferenza che prima mai avevano abitato il rapporto. Mi sono sentito di tradire una fiducia che non meritava di essere tradita, di non aver ripagato con la stessa moneta di amore puro quello che avevo ricevuto. Da qui il ritornello.
Che rapporto hai con la nostalgia? Quale credi che sia l’antidoto alle giornate “no”?
Non sono un nostalgico in realtà, sono molto proiettato sul presente e i ricordi sono bellissimi ma non mi viene di caricarli di troppi significati in realtà inesistenti, nè di vedere in ciò che è stato il meglio che potevo avere. In tutte le gioie c’è sempre un po’ di malinconia, e quindi c’era anche nel più bel ricordo che tu possa avere. Nonostante non ti appaia più così, nonostante quel ricordo nella nostra mente sembra il souvenir di un momento senza ombre, neanche quel momento era perfetto. Quindi so che quella felicità avrò l’occasione di riviverla nel futuro.
Se dovessi darci un motivo riguardo al perché scrivi, quale sarebbe?
Necessità. Certe emozioni sono troppo forti per viverle e basta, e quando arrivano l’unico modo per non sentirmi schiacciato è scrivere. La musica da questo punto di vista mi salva spesso dalle mie turbe.
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