Vita personale e lavoro si intrecciano per l’Ispettrice Luce Frambelli, protagonista dei romanzi noir della scrittrice Marina Bertamoni. Conoscere la verità diventa fondamentale, anche per se stessa.
A Castiglione D’Adda, un piccolo comune del lodigiano, parte il primo focolaio di un’infezione proveniente dalla Cina che stravolgerà in breve tempo non solo la vita di tutta l’Italia e dell’Europa, ma quella del pianeta intero.
Per tutti cambia la quotidianità, cambiano i ritmi. E se da un lato quelli dei comuni cittadini rallenta, per le forze di sicurezza il lavoro diventa ancora più frenetico. Anche a Lodi la questura deve fare i conti con la messa in sicurezza degli abitanti del luogo e del rispetto delle norme di comportamento imposte dagli Organi dello Stato, nel tentativo di frenare la corsa del virus che appare da subito inarrestabile all’interno dell’area che è diventata, suo malgrado, la prima “zona rossa” d’Italia.
Si creano dunque nuove emergenze e il lavoro di routine subisce un rallentamento.
Per questo quando Ernesto Ghigliozzi arriva in questura a denunciare la sparizione della figlia Annarita, l’indagine parte a singhiozzo, soprattutto perché quella di Annarita, sedicenne inquieta, orfana di madre che vive con il padre a Lodi Vecchio, sembra una fuga volontaria, destinata a risolversi velocemente con il suo ritrovamento.
I giorni trascorrono e il mondo interno sembra unicamente concentrato sull’emergenza pandemica, ma di Annarita non c’è traccia.
L’Ispettrice Luce Frambelli, soprannominata Frambé dai suoi colleghi, è nota all’interno della questura per il suo orgoglio ma, soprattutto, la convinzione di poter fare tutto da sola. E anche in questo caso non tiene a freno tutta la sua irruenza.
L’indagine, infatti, si fa sempre più serrata anche perché il vicequestore Bentivoglio, responsabile della squadra, ha un motivo molto personale per desiderare di riportare a casa Annarita il più presto possibile; per questo chiede a tutti la massima collaborazione e il rispetto delle regole. Ma Luce è abituata a fare di testa propria e benché la situazione contingente le dimostri che nessuno si salva da solo e che soltanto il lavoro di squadra può portare risultati, non rinuncia alla propria indipendenza. Raccoglie infatti informazioni e testimonianze, naturalmente grazie ai suoi proverbiali metodi anticonvenzionali, facendo presagire un quadro sempre più inquietante che la spinge a scandagliare a fondo il contesto familiare di Annarita, le sue amicizie e, soprattutto, le nuove conoscenze virtuali che per la ragazza, costretta come tutti gli adolescenti a un lockdown forzato, sono diventate oramai prioritarie.
Frambé si ritroverà a dover fare scelte dolorose, le uniche che le consentiranno di ricomporre il bandolo della matassa e risolvere il caso, ma che pagherà a carissimo prezzo. Infatti, vita personale e lavoro si intrecciano e l’ispettrice ha bisogno di conoscere la verità a ogni costo per spazzare via ad uno ad uno i dubbi che da sempre la tormentano. La cosa più importante di tutte è fare giustizia, e l’ispettrice lo deve fare anche per se stessa.