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Intervista a Ciao Manu: “BANKSY” è  il nuovo brano del cantautore

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BANKSY” è  il nuovo brano di CIAO MANU uscito il digital il 15 ottobre. l brano prova ad imprimere le sensazioni che le opere di Banksy suscitano nell’autore, emozioni che riconducono tutte ad un’età pre-adolescenziale. L’ innocenza astratta di “Elfi e di Maghi” accanto ad una pagina così cruda e reale della storia del nostro paese come “Di Pietro e Craxi”.

 

Ciao Manu” è il progetto del cantautore Emmanuel Falato (Benevento, 6 Marzo 1988). Nel 1996, incontra la musica con un brano di Lucio Dalla ed uno degli Articolo 31. Due generi diversi ma che si fondono perfettamente nel suo stile. Dal 2002 al 2019 arrivano i primi brani, la prima band, i primi live. Dai centri sociali ai palazzetti, aprendo concerti ad artisti come: 99 Posse, Brusco, Colle Der Fomento, Kaos, Jack the Smoker (Machete), Jesto, Vacca, Two Fingerz, Turi, Villa Ada Posse, Assalti Frontali, Babaman, Kiave (Macro Beats), Ensi e Raige (One Mic). Nel 2020 nasce “Manu” il suo primo progetto solista di cui cura testi e musiche. I precedenti singoli vengono inseriti nella playlist editoriale di Spotify “Scuola Indie“.

Emmanuel ha risposto alle nostre domande in questa intervista:

Ciao Emmanuel. Ci parli un po’ del tuo progetto e di come hai iniziato a far musica?

“Ciao e grazie mille per lo spazio!
Diciamo che il mio progetto per me è una valvola di sfogo, nasce dalla necessità di esorcizzare le mie ansie, le mie paure, i miei errori, i miei rimpianti, buttandoli fuori sottoforma di musica… e infatti una costante che distingue i miei brani è sicuramente l’ironia, accompagnata da questo velo di nostalgia (far riflettere su cose “amare” ma strappando un sorriso).
Ho iniziato ad ascoltare la musica da molto piccolo, i primi ricordi musicali che ho risalgono al ’96 (avevo 8 anni) ed usciva l’album “Così Com’e” degli Articolo 31. Contemporaneamente nell’autoradio della macchina dei miei genitori suonavano le musicassette di alcuni cantautori, tra cui ricordo Lucio Dalla, Rino Gaetano, De Gregori, Pino Daniele, De Andrè.
Credo che il mio stile musicale sia una sintesi di questi che sono i miei 2 generi preferiti (Rap e Cantautorato)…
Infatti inizio a scrivere le prime rime già nel 2000 (avevo 12 anni e il rap in Italia sarebbe cominciato ad andare di moda soltanto 6 anni dopo).
Poi a 18 anni ho cominciato a portare il progetto live in giro, aprendo tanti concerti di artisti che stimavo (e stimo tutt’ora) dai centri sociali ai palazzetti.
Chiaramente lo stile è maturato e si è affinato con l’età, arrivando a quello che è oggi!”.

Il tuo brano è ispirato alle opere di Banksy , È una storia autobiografica? Come è nata questa canzone?

“Diciamo che Banksy è un pò un simbolo della nostra generazione e mi sono permesso di utilizzatarlo come metafora per esprimere un sentimento di stupore per un apparizione improvvisa.
Il filo conduttore del brano è questa forte sensazione di sorpresa che si può provare di fronte all’apparizione inaspettata di un opera d’arte in strada, appunto come quelle di Banksy. Parliamo di un’apparizione che in qualche modo cambia la tua vita (che sia una donna, la musica, o la stessa vita che con qualche segnale ti fa cambiare la percezione e la visone che hai di lei)”.

Abbiamo letto nella tua biografia che è il tuo primo progetto solista , come è stato lavorare da solo dopo diversi anni di esperienza con una band ?

“Il progetto nasce dall’esigenza di esprimermi in libertà, curando tutto a 360° ed avendo autonomia in tutte le fasi del processo… ha lati positivi, ma anche negativi (ad esempio a me manca tanto il confronto con persone di cui ti fidi, l’affiatamento, il divertimento in sala prove, ecc).
Comunque contestualmente sono attivo in altri progetti come ad esempio un duo in stile più “Urban” e un gruppo in stile “Crossover”… perché la musica è bella in tutte le sue sfaccettature!”.

Quali sono gli artisti o le canzoni che hanno influenzato maggiormente la tua musica?

“Forse i primi brani che ricordo in assoluto sono “Attenti al Lupo” di Dalla e “Tranqi Funky” degli Articoli 31 (era il ’96, anno di uscita dell’album “Così com’è”)…
Credo che del cantautorato di Dalla mi colpì la profondità di determinati sentimenti (“un omino piccolo così, con un cappello piccolo così, con dentro un sogno da realizzare”… è difficilissimo esprimere così tanto con così poche e semplici parole), mentre degli Articolo 31 ero stupito dalla velocità e dell’efficacia di  comunicazione, che cominciava a diffondersi con il nome di rap”.

Domanda di rito, progetti futuri?

“Beh sicuramente scrivere nuovi brani, perché è la cosa che preferisco fare in assoluto… ma adesso che sta ripartendo la macchina dei concerti, sicuramente anche qualche live, perché il contatto con il pubblico oltre ad essere bellissimo, è anche un riscontro fondamentale!”.

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Claudio Benini

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