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Intervista a Max Casali per il suo nuovo singolo ContenuDi

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Torniamo a parlare di Max Casali, cantautore romano e critico musicale, e del suo ultimo singolo ContenuDi.

Questa volta gli abbiamo fatto qualche domanda per saperne di più sul suo progetto…

Ciao Max e benvenuto su MyChance.it, puoi presentarti per chi ancora non ti conosce?

Ciao. Sono un cantautore di Roma. Quand’ero adolescente, vedevo mio fratello maggiore che suonava la chitarra e, all’epoca, ero affetto da spirito di emulazione e quindi cominciai anch’io a strimpellare lo strumento. Poi, mi accorsi che la mia intensa vita interiore “chiamava” per far uscire un effluvio di liriche acerbe che, nel tempo, ho man mano perfezionato (?) per poi propormi più come autore di testi che come cantante . Il mio background annovera, però, anche  altre attività artistiche che ho svolto per tanti anni come ballerino di break-dance, speaker-radio, promoter di gruppi underground e uno dei primi ad incidere un Rap in italiano (“U.K.Mania” del 1987).

“ContenuDi” è il tuo nuovo singolo, di cosa parla?

Da alcuni anni sto notando come cantanti, discografici, bloggers e compagnia bella(?)  inseguano il facile guadagno della serie “pochi, maledetti e subito”, infischiandosene del fatto che una loro proposta possa accompagnare e far discutere le  generazioni successive. Ne consegue che, se non c’è ricerca di qualità esclusiva ed originale, tutto si amalgama in un calderone di poca sostanza che, magari, fa canticchiare il motivetto del momento ma tra due-tre anni chi se lo ricorda più? Do ragione al grande Mogol che tanti anni fa scrisse un libro dal titolo eloquente “L’Italia non canta più” ed un giornalista che lo intervistò in merito gli chiese se non era stato scelto un titolo troppo feroce. A quel punto Mogol gli disse: “Ah si? Allora facciamo cosi: mi canti un pezzo degli ultimi 10 anni…” Ovviamente, il giornalista non seppe rispondere.   

 

Cosa rappresenta per te la musica? Quali emozioni provi quando canti?

La musica è il famoso “gancio in mezzo al cielo” come scriveva Baglioni,  che infonda coraggio a proseguire il tortuoso cammino della vita. Inoltre, vedi…L’ispirazione è una monella che fa spesso …capricci ! Non sai mai cosa ti farà scorrere nella mente e, spesso, arriva inaspettata e a quel punto è meglio appuntare subito le idee che ti suggerisce, sennò scappa via con un  ghigno. A parte gli scherzi, scrivo quando noto un paradosso insopportabile, un episodio toccante o quando il trash calpesta la dignità ma anche tematiche di fantasia perché, ricordiamocelo, la canzone deve essere anche evasione ludica e quando comincio a buttar giù le idee è come immolarsi a piccolo idealista che s’illude di cambiare qualcosa ma la canzone è senz’altro veicolo di autoanalisi.

 

C’è un consiglio che daresti a te stesso di qualche anno fa?

Ce ne sono tanti!! Meno irruenza dialogativa e più tendenza a capire le vedute degli altri: senza questo la socialità diventa problematica ed i rapporti si chiudono prematuramente, magari perdendo un tesoro di esperienza che ti può trasmettere il prossimo. Ho ancora molto da lavorare in questa direzione!

 

Parlando invece di futuro, quali sono i tuoi programmi?

Ho quasi pronto il nuovo album che uscirà tra gennaio e febbraio. Conterrà 11 pezzi nei quali si parla di giustizia sbilenca, di noia giovanile, di bullismo, di paradossi all’italiana ma anche di riflessioni distensive e fantasiose. Sarà diverso dai miei due precedenti  “Per certi versi” e “Secondo a…nessuno!”: meno opulenza assemblativa e più minimalista poiché c’è bisogno, in questi tempi caotici, di smorzare i toni per tornare a raccontare con garbo e discrezione.

 

 

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