Con Noisy Ass Makes You Smile, gli ENZØ consegnano un debutto potente e disarmante. Un album che rifiuta ogni pretesa di perfezione, trasformando l’ironia e il disincanto in un’arma sonora devastante.
Wah apre il disco con una violenza che non lascia scampo: il basso martella senza pietà, la batteria sembra una marcia di guerra e la voce si fa manifesto di un’urgenza esistenziale. Gimme A Reason è un urlo disperato mascherato da canzone; il ritmo incalzante ti trascina in una spirale che alterna aggressività e momenti quasi malinconici.
Con Should Be Better, la band ridicolizza ogni aspettativa sociale con un groove distorto e ripetitivo, mentre Pazzi Smith si spinge oltre, con un ritmo che sembra spezzarsi e ricomporsi in un caos controllato. Scauri, al contrario, è ipnotica e ossessiva, un esperimento che si muove tra minimalismo e provocazione sonora.
The Ballad Of Enzo sorprende per la sua struttura più aperta, quasi melodica, ma non si fa ingannare: è una riflessione sulla futilità delle certezze, con testi che ti costringono a guardare negli occhi il vuoto. Les Good To Sail In A Pool Of Clay è una celebrazione del caos puro, con suoni sporchi e improvvisi cambi di ritmo che spiazzano l’ascoltatore.
Nella seconda metà del disco, Walkin’ The Streets si distingue per il suo mix di dolcezza e disillusione, come un lento ballo sotto una pioggia di detriti. Fuck Off, I’m Done! è un’esplosione di rabbia pura, un grido liberatorio che lascia spazio a Pigface, brutale nella sua onestà. Grave esplora territori più cupi e introspettivi, preparandoci al finale: Everything Is Better Than God. Quest’ultimo brano chiude con un groove quasi festoso, un canto di addio alle illusioni che ti lascia con un sorriso amaro e il desiderio di riascoltare tutto da capo.