“La musica muore” è un viaggio nella nostalgia, nato durante un tragitto in macchina a notte fonda di ritorno da un litigio. Propone, nel ritornello, un tributo alla poesia “Veglia” di Ungaretti, ma sposta l’obiettivo dalla guerra tra le nazioni a quella inter e intra-personale. Il tappeto musicale, tanto etereo e sfuggente nelle strofe quanto carico e struggente nei ritornelli, evoca il saliscendi emozionale che caratterizza i conflitti tra le persone.
Se ci fosse un futuro per la musica italiana probabilmente Lee Odia sarebbe il leader assoluto di una nuova scena musicale, invece siamo i soli e pochi fortunati ad ascoltare musica di qualità, si alla fine la musica muore e di lettere d’amore ne rimangono poche, se non un insieme di canzonette a farci compagnia in radio, La musica muore, La musica muore e non c’è altro tempo, ci culliamo con le parole di Lee e gli facciamo compagnia nel suo odio comune.
Lee Odia nasce nello stesso anno di Miley Cyrus e cresce, artisticamente e non, tra la Treviso di Alberto Dubito, la Ferrara di Vasco Brondi e la Milano di Marracash. Pop-rap personale, originale e distinguibilissimo, con un’abilità alto-cantautoriale nella gestione della parola, un orecchio attento nella composizione delle linee vocali e un’innata capacità di avvicinarti alla nostalgia senza fartici mai sprofondare.
In questo progetto è affiancato alla produzione musicale da Antonio Cettolin, membro fondatore della band Frammenti, polistrumentista visionario.