Oggi su MyChance vi proponiamo un’intervista ad uno dei cantautori più talentuosi ed irriverenti della scena musicale indipendente.
Mico Argirò, irriverente come il titolo del suo nuovo disco – Irriverentə appunto.
Irriverente come scrivere il primo album in Italia con la schwa nel titolo.
Irriverente come stampare il primo album in Italia su preservativo.
Direi che ci siamo capiti!
Non potevamo non porre qualche domanda riguardo questo interessante progetto discografico che, come scopriremo, non è stato semplice da realizzare. Prima delle domande, vi invitiamo ad ascoltarlo su Spotify:
Ciao Mico, come stai? “Irriverentə” è il tuo nuovo album. Un album davvero eclettico sotto molti punti di vista. Ci racconti come nasce musicalmente il disco e quali sono le sue particolarità, diciamo, estetiche?
Ciao a tutti, che bello essere con voi oggi! L’album è di sicuro particolare, come hai detto, perchè è un album libero da schemi, da genere, dal politicamente corretto. Ho fatto quello che volevo come volevo, con tanti ospiti, mischiando elementi anche distanti e provando a raccontare questi assurdi anni 20.
Ci racconti quali sono state le difficoltà maggiori, se ci sono state, nella realizzazione di questo lavoro?
Tantissime difficoltà, è stato un percorso a ostacoli. C’è stata la pandemia, il blocco dei concerti, il tempo che è scorso, i cambiamenti di gusto, di stile, il lavoro con 8 ospiti di grandissimo livello sparsi per tutta Italia, la collaborazione con registi, artisti, tecnici… non è stato semplice, ma è stato bellissimo. Tutto questo si sente in “Irriverentə” e ne sono felice, perchè non stiamo parlando solo di canzoni, ma della mia vita.
Quali sono i brani che più di tutti esprimono il tema centrale dell’album?
Sicuro “Che schifo gli anni 20”, che è un manifesto dell’album e del disagio di vivere in questi anni bruciati, ma c’è tanto in ogni canzone: di sicuro in “Lambrooklyn”, in “Home” ne “Le canzoni divertenti”.
Essendo ogni canzone un aspetto molto diverso di questi anni che stiamo vivendo non ce n’è una che possa racchiudere tutto il lavoro, forse solo “Che schifo gli anni 20” ci si avvicina.
Ci sono artisti che hanno influenzato la riuscita di questo album?
Tantissimi, oltre tutti quelli delle collaborazioni, ci sono mondi musicali molto distanti da me dai quali sono affascinato e dai quali ho preso qualcosa e l’ho mischiato dentro i pezzi di “Irriverentə”.
C’è la musica elettronica, sia quella sperimentale che quella più pop, c’è il cantautorato che non mi abbandona mai, ci sono le musiche popolari del mondo e c’è tanto di musica pop di qualità, soprattutto estera.
Progetti per il futuro?
Sopravvivere agli anni ’20 e continuare a portare dal vivo lo spettacolo elettronico che nasce da questo album.
Riuscirà Mico Argirò a sopravvivere agli anni ’20? Seguiamolo sui social per scoprirlo:
https://www.facebook.com/mico.argiro.page/
https://www.instagram.com/micoargiro/
https://open.spotify.com/artist/2UTCRdEFO6cvYWSocI8aIy?si=UnEP8CEmQwirFd1OKCKycg
https://music.apple.com/us/artist/mico-argir%C3%B2/1164690035