Ugo Mazzei Ci presenta “PER RABBIA E PER AMORE” scritto con Carlo Faiello
“Un progetto che unisce la lingua siciliana con quella napoletana, una ritmica costante, forte nelle sue sequenze, con un messaggio molto diretto. Quando Carlo Faiello mi ha proposto questa canzone mi è piaciuta subito, ho colto il messaggio che non è solamente una canzone contro le mafie, ma qualcosa di più, perché è scritto in uno stile poetico tipico di una certa poesia mista alla rabbia del popolo del sud. Una cosa molto bella. Ho trovato immediatamente l’incastro con la lingua siciliana e così è nato questo connubio tra il siciliano ed il napoletano. È un messaggio diretto in una lingua poetica.”
“Per rabbia e per amore” è disponibile su tutte le piattaforme digitali e rappresenta una testimonianza vibrante e autentica di due terre che, nonostante le difficoltà, continuano a cantare l’amore e la speranza.
Come pensi che la musica possa aiutare a superare le divisioni culturali e sociali?
Non so se la musica riesca ad aiutare a superare le divisioni culturali, ma sono sicuro che attraverso una canzone, con un testo forte , una melodia coinvolgente si riesca a fare breccia nell’anima delle persone.
Così è stato per tanti anni, principalmente dagli anni 70, quando le tematiche delle canzoni, a quel tempo politiche, riuscivano a dare carica e motivare maggiormente chi le ascoltava.
Qual è il ruolo della musica nelle tue battaglie personali contro le ingiustizie sociali?
Sai, io non sono mai stato in prima linea né politicamente né socialmente, tramite la musica ho cercato di portare avanti le mie idee e trasferirle agli ascoltatori.
Il ruolo sociale di una canzone può risultare fondamentale nelle scelte di vita, io posso definirmi tranquillamente il cantautore del sentimento, ovviamente insieme a tanti altri , perché ho sempre pensato che, anche nelle situazioni più difficili, è sempre l’amore a dare la forza per poterle superare..
Come descriveresti l’importanza delle tradizioni musicali siciliane nella tua carriera?
Le tradizioni musicali hanno sempre influenzato gli autori. Quella che noi adesso chiamiamo World Music è un insieme di suoni che da tutte le parti del mondo hanno un comune denominatore: il pathos.
Alla base della canzone popolare, c’è sempre,tradizione da un lato e leggenda dall’altro.
Quali sono i tuoi ricordi più vividi legati alla registrazione di “Per rabbia e per amore”?
Dovevamo trovare la chiave giusta che aprisse lo scrigno del mondo moderno, non tralasciando però la tradizione strumentale. Abbiamo optato per strumenti acustici di base. Ovviamente il momento più coinvolgente è stato sicuramente durante la ripresa delle voci.. lì c’è la vera anima della canzone, puoi fare uscire il sentimento e per un attimo il cantautore diventa anche attore.
Qual è stata la sfida più grande nel creare questo brano?
Questo è un brano scritta a quattro mani , anche se devo ammettere che le mani più forti le ha avute Carlo. Io mi sono limitato alla scrittura dei ritornelli e all’adattamento in lingua siciliana.
La sfida più grande, credo sia stata la scelta della tematica. Abbiamo pensato di trattare un tema scottante come quello delle mafie del sud Italia e lo abbiamo fatto con un pizzico di poesia, affinché smussasse gli angoli appuntiti di tali argomenti.
Come speri che questa canzone venga utilizzata in contesti educativi o sociali?
L’educazione alla legalità deve partire dalla scuola. Una canzone può aiutare a focalizzare determinati argomenti, Facendo capire all’ascoltatore la parte giusta a cui appellarsi, ma non può certamente sostituirsi ai due pilastri fondamentali per l’educazione dei giovani, ripeto, la scuola e la famiglia.
Qual è il tuo sogno più grande per il futuro della musica italiana?
Sicuramente che si ritorni a fare musica sul serio.
I giovani artisti puntano molto sul messaggio crudo e spesse volte volgare, così da arrivare immediatamente, tramite un linguaggio tipico giovanile, alle generazioni attuali. Tutto questo potrebbe anche essere giusto qualora ci fosse ancora la vera musica., qualora non tralasciassero il lato melodico, qualora non abbandonassero la sezione ritmica, insomma, qualora ci fosse ancora musica!
La tecnologia ha fatto passi da gigante, io personalmente ne faccio uso quotidianamente, ma non dobbiamo dimenticare lo studio dello strumento musicale perché un giorno, quando tutti si affideranno all’intelligenza artificiale, nessuno saprà distinguere più una chitarra da un basso. E questo sarà la fine.!!
Grazie per la collaborazione