Il 28 luglio è uscito “Invisibile”, il brano di debutto di Roberto Quassolo. L’artista non è nuovo del mondo della musica, ma questa canzone è il suo primo passo verso una carriera da solista. Un brano rock old style che racconta il bisogno di non fermarsi all’apparenza, ma di guardare oltre.
Ciao Roberto, ha iniziato da poco il tuo viaggio da solista. Come mai questa scelta?
Volevo per prima cosa ringraziarvi per lo spazio e l’attenzione dedicatemi. In relazione alla domanda credo di poter dire che dopo anni trascorsi a suonare con molte band, sentivo la necessità di mettermi alla prova in prima persona. Inoltre ritengo che per ogni artista sia fondamentale provare ad uscire dalla propria zona di confort e provare a sperimentarsi in altri percorsi. Ho da sempre avuto una passione per la musica cantautorale, per cui ho deciso di provare ad intraprendere questa strada, non tradendo comunque le mie origini musicali e cercando di rimanere in qualche misura fedele a ciò che più amo, il Rock
Come è nato il brano “Invisibile”?
Invisibile è il primo brano che ho scritto, potrei dire che per certi aspetti si è scritto da solo forse proprio nato dall’esigenza di provare a sperimentarmi in una veste per certi aspetti nuova, per la prima volta in italiano, affidandomi a sonorità più morbide rispetto ai miei precedenti lavori. Sicuramente è un brano a cui sono molto affezionato e che sarà inserito in un album dal titolo “Il Fabbricanuvole”, che vedrà la luce in collaborazione con l’etichetta LaPOP, che qui ringrazio per aver creduto in me.
E’ uscito prima il video che il pezzo su Spotify, come mai questa scelta?
Sono cresciuto nell’epoca in cui i video erano il canale attraverso cui conoscere nuove band, in cui esistevano programmi dedicati a gruppi ed artisti. Ricordo ancora quando vidi per la prima volta il video di Sweert Child O Mine dei Guns n Roses, l’effetto su di me fu devastante. Passavo intere giornate ad aspettare di poterlo rivedere, mentre scoprivo nuovi artisti che di volta in volta suscitavano in me reazioni sorprendenti ed inaspettate. Senza neanche capire cosa mi stesse succedendo mi ritrovai ad indossare un chiodo bianco e calzoni in pelle. quello che vedevo mi piaceva la musica che sentivo anche, eppure avevo già ascoltato i grandi classici del rock. Ma quelle immagini associate alla musica dicevano di me. Quindi ho ritenuto opportuno che per presentarsi al pubblico fosse la scelta migliore da farsi.
Fai musica da tanto tempo, quali sono le più grandi differenze che hai riscontrato rispetto a prima?
Ho da sempre ritenuto che fare musica sia una delle esperienze più appaganti in assoluto, mi riferisco in particolar modo a quelle fasi che hanno anche vedere con lo sviluppo di un brano a partire dalle sue origini fino alla condivisione con il pubblico su di un palco. Ore passate allo strumento o in sala prove a cercare linee melodiche ed incastri ritmici che potessero in qualche modo essere “vincenti”, la stesura di un testo, il momento della registrazione in studio, la soddisfazione di sentire la tua idea prender forma fino alla realizzazione di un cd, ed infine la performance live, quel momento in cui tutto si fonde e confonde dando vita alla meraviglia. Oggi forse le cose sono un po’ cambiate. Ho la sensazione che si faccia musica per soddisfare esigenze diverse. Non sono in molti infatti, a pensare oggi di realizzare un album, poiché comporterebbe un dispendio sia economico che di energie, si preferisce pensare ad un singolo accompagnato magari da un buon video e poi si vedrà. Difficile pensare di ritrovarsi in sala prove con una band con la quale crescere e confrontarsi, più facile chiudersi in a stanza con il proprio pc e suonare su basi, magari preregistrate. Pochi anche gli spazi per la musica live. Il contesto è cambiato e se in parte la responsabilità é sicuramente dell’industria discografica, credo che parte di responsabilità sia attribuibile agli stessi musicisti che forse sembrano adeguarsi a questo sistema, che personalmente fatico a condividere.
Prossimi progetti?
A breve uscirà un nuovo singolo tratto da “Il Fabbricanuvole” e prossima sarà anche la pubblicazione di un album in lingua inglese contenente reinterpretazioni di classici rock ed un inedito. Mi auguro inoltre di poter irprendere quanto prima l’attività live. Un saluto a tutti e……BUONA VITA