E’ uscito il 29 ottobre “Stop”, il nuovo album di Strappo. Il rapper è stanco di stare in silenzio e ha pubblicato otto brani con cui ci racconta la sua visione del mondo e la sua vita. Un album intimo e sociale allo stesso tempo. Attraverso alcuni brani affronta i problemi della falsità del mondo, mentre con altri ci parla della sua cruda infanzia.
Il disco è stato anticipato dal brano “Tutto quello che ho dentro” e non ci stupisce che abbia scelto proprio questo singolo. Non siamo di fronte ad un brano leggero, ma una canzone dai toni forti e un testo senza fronzoli. Strappo in un certo senso si presenta con questo brano e ci racconta tutto quello che riesce a dirci solo con la musica. Un animo tormentato, ma con lo sguardo fisso sull’obbiettivo. Un’idea di com’è l’artista riusciamo a farcela anche grazie a “Sono ciò che sono”, brano più leggero con cui Strappo letteralmente si presenta.
Sono diversi invece i pezzi con cui l’artista critica la società, probabilmente uno dei più interessanti è “Cineprese”. Proprio come se fossimo dentro un film la nostra realtà ormai è distorta, falsa e di plastica. Sullo stesso stile rimane anche “Looney Tunes”, mentre più profondo e intimo è il discorso di “Preghiera“. Il titolo non lascia scampo a fraintendimenti. Questo è un dialogo con Dio, un Dio assente che forse non esiste e che semina attorno a sé solo un gran dolore.
Gli album sono un po’ lo specchio dell’anima dell’artista e attraverso “Stop” noi vediamo uno Strappo dall’animo buono costretto a fare i conti con una fredda realtà.