Dentro di noi, un po’ come “dottor Jekyll e mister Hyde”, convivono due anime e due personalità che non sempre vanno d’accordo tra di loro e che anzi spesso sono in conflitto. E questo è lo stesso tema di “Incipit”, il secondo brano estratto dal disco “Cose per la strada!” scritto da Blu di Prussia. Il pezzo parla proprio della doppia anima che vive nell’autore e del suo rapporto complesso e conflittuale che ha con la musica.
L’artista deve vivere quotidianamente il conflitto interiore che lo porta ad essere ora il dottor Cattani e ora Blu di Prussia, in bilico tra veterinario e cantautore. “Incipit” può essere considerato sia una confessione di colpevolezza che un desiderio di libertà, un conflitto in cui si può ritrovare anche l’ascoltatore che magari a volte ha dovuto sacrificare le sue passioni per dare priorità alle cose più urgenti.
Il brano è nato ed è stato scritto in una notte durante il periodo di quarantena e dura solo un minuto e mezzo, un lasso di tempo breve dove però l’autore racchiude tutti i suoi pensieri, in una sorta di monologo davanti allo specchio.
Da un punto di vista musicale “Incipit” si contraddistingue per l’uso di chitarre ebow e sintetizzatori, con percussioni iniziali che via via vengono scalzate da una cassa dritta nel ritornello. La musica tuttavia sembra quasi una comparsa, una presenza discreta e minimal per dare maggiore risalto al testo. Merita sicuramente una menzione il charleston finale che somiglia molto al suono delle lancette di un orologio che, inesorabilmente, scandiscono il tempo che passa.
La frase finale di Blu di Prussia è significativa: “Non ho mai tempo e poi tempo non ne ho, non ho più tempo o forse è solo un’altra scusa per non vivere”. L’artista sottolinea come, per il suo lavoro, deve sacrificare una delle sue più grandi passioni, la musica. La mancanza di tempo gli impedisce di vivere entrambe le sue vite, quella professionale o quella artistica. Tuttavia il musicista si “autobacchetta” da solo spiegando che, forse, la mancanza di tempo è solo una scusa che ci raccontiamo quando qualcosa ci sembra troppo complicato da portare avanti.
Per comprendere il rapporto quasi viscerale di Blu di Prussia con la musica, dovremmo conoscerlo meglio. Blu di Prussia è un progetto musicale solista di Daniele Cattani, cantautore polistrumentista nato e cresciuto nella campagna reggiana. Dopo aver militato per diversi anni in numerose formazioni rock, decide di lanciarsi in un progetto artistico solista per dare libero sfogo alla sua creatività.
Molto singolare e particolare è la scelta del nome, Blu di Prussia, che di fatto è una molecola usata come antidoto per diverse intossicazioni da metalli pesanti. Da qui nasce la similitudine con la musica che, come il Blu di Prussia, rappresenta l’antidoto alla vita di tutti i giorni.
Il pop italiano di Blu di Prussia è caratterizzato da una forte impronta cantautorale, con una notevole propensione alla distorsione e all’uso di strumenti etnici e dell’elettronica e con una contaminazione di vari generi. Il risultato finale è una musica dinamica e originale, con testi profondi in italiano che parlano di vita vissuta.