Venus Ship non è solo un collettivo musicale, ma una vera e propria dichiarazione d’intenti. Con Underground Foxes, il nuovo album pubblicato da Irma Records, il gruppo dà voce a storie di lotta e resistenza attraverso un linguaggio musicale che mescola jazz, funk, rap e world music. Un progetto che non si limita a raccontare il passato, ma che incarna una protesta attuale e necessaria, risuonando come un monito in un presente sempre più fragile.
L’album prende il nome dal singolo pubblicato in anteprima a novembre 2024, un brano che celebra chi ha combattuto per i diritti umani e denuncia le ipocrisie della società contemporanea. Il titolo, Underground Foxes, richiama la necessità di agire con intelligenza e strategia, proprio come fanno le “volpi sotterranee”, per contrastare un sistema che privilegia il profitto a discapito della giustizia sociale, dell’ambiente e della salute delle persone.
Un viaggio tra suoni e battaglie
Il cuore pulsante dell’album risiede nella sua tracklist, che attraversa epoche e continenti con un suono sempre in movimento. L’apertura è affidata a Gunslinging Bird, un omaggio a Charles Mingus e alla sua musica esplosiva e dirompente. Il pezzo introduce subito l’atmosfera dell’album: un mix di energia, coscienza storica e ricerca sonora.
Il dialogo tra groove e parole si intensifica con Ain’t Talking Sugo, in cui il collettivo incontra il rapper Avex. Il brano rappresenta la fusione tra due mondi sonori apparentemente distanti, ma che trovano un punto d’incontro nell’urgenza comunicativa. Un altro momento significativo è Big Chief, che porta l’ascoltatore a New Orleans, terra di mescolanze culturali e musicali, troppo spesso dimenticata dalle narrazioni mainstream.
Le influenze globali emergono prepotentemente in Klezmer in Re Minore, un brano che unisce la tradizione musicale ebraica con la voce in griko salentino di Federica Orlandini. La canzone trasforma una melodia antica in un messaggio di denuncia contro le guerre senza fine che continuano a insanguinare il mondo.
La narrazione si sposta poi verso l’Oriente con Nobunaga, una traccia che esplora le contraddizioni della storia giapponese attraverso la figura del condottiero Nobunaga. Con un crescendo strumentale potente e suggestivo, il brano trasmette l’ambiguità di un passato che continua a influenzare il presente.
Un suono che invita all’azione
La tensione sale con Screw Up, un inno alla ribellione e alla disobbedienza civile. Qui Venus Ship incita all’azione, sottolineando come spesso la legalità e la giustizia non coincidano. Le orchestrazioni dinamiche e le ritmiche serrate creano un effetto quasi cinematografico, trasportando l’ascoltatore nel cuore del conflitto.
Tupac Amaru riporta invece l’attenzione sull’America Latina, omaggiando il leggendario leader inca e l’omonimo movimento rivoluzionario uruguayano. Il brano si fa manifesto di lotta, rievocando le tragedie di un continente segnato da oppressioni e rivolte.
L’album si avvia verso la chiusura con Spiritual, un tributo alla Liberation Music Orchestra di Charlie Haden e Carla Bley, rielaborato in chiave personale da Venus Ship. Un momento di raccoglimento che celebra la forza della musica come strumento di resistenza.
Infine, Underground Foxes riporta in scena Avex per un ultimo grido di consapevolezza. Qui la musica e la parola si intrecciano in un’ode alla resistenza, unendo passato e presente in un’unica, potente dichiarazione d’intenti.
Un manifesto musicale
Con Underground Foxes, i Venus Ship dimostrano che la musica può essere molto più di intrattenimento: può diventare un’arma, un mezzo per risvegliare le coscienze e per ricordare che la storia non è mai veramente passata. Le nove tracce che compongono l’album sono un viaggio tra battaglie e culture, un grido di speranza e di ribellione che riecheggia con forza in un mondo che ha ancora bisogno di lotte e di sogni.