Al momento stai visualizzando You Beast You Act – Gravitations: recensione

You Beast You Act – Gravitations: recensione

  • Tempo di lettura:3 minuti di lettura

Gli You Beast You Act continuano a sorprendere con Gravitations, un album che esplora le tensioni e le ambiguità dell’esistenza moderna attraverso nove tracce dense di shoegaze, dream pop e atmosfere darkwave. Con testi che riflettono sulla condizione umana e un sound stratificato che avvolge e scuote, il disco rappresenta un passo deciso nella maturazione artistica della band.

“I Name My Body” apre il lavoro con un invito alla ridefinizione di sé stessi. Una progressione ipnotica di sintetizzatori e chitarre costruisce un crescendo che esplode in un ritornello liberatorio, mentre il testo esplora la frattura tra individualità e conformismo.

“Swimmer”, con la sua liquidità ipnotica, è il manifesto di un’umanità in continuo mutamento. Le chitarre sognanti e la voce distante di Alexios sembrano scivolare tra le onde di una realtà evanescente, dove l’armonia dell’acqua diventa metafora di una ricerca interiore infinita.

La reinterpretazione di “Fade To Grey” aggiunge una profondità inedita al classico dei Visage, spogliandolo della sua patina synthpop per rivelarne il lato più malinconico. È un omaggio alla giovinezza perduta che si inserisce perfettamente nel mood dell’album.

Con “A Dive”, gli You Beast You Act affondano nel tempo, evocando un senso di nostalgia e speranza. Il brano si muove lento, come un ricordo che riaffiora, sostenuto da un arpeggio persistente e da una batteria sorda che scandisce il ritmo della memoria.

“Alive” è l’episodio più energico del disco, un inno shoegaze alla resistenza umana. Chitarre taglienti si mescolano a un drumming serrato, creando un senso di urgenza che si risolve in un’esplosione di consapevolezza: “Siamo vivi, nonostante tutto.”

In “Submerged”, le atmosfere si fanno più cupe. Bassi profondi e synth stratificati immergono l’ascoltatore in un universo sonoro che sembra sospeso tra sogno e incubo. La sensazione è quella di essere sommersi, ma con un bagliore di luce che si intravede dal fondo.

“Explosions” è caos puro. Chitarre distorte, synth abrasivi e un ritmo disordinato che sembra sfidare ogni equilibrio. È un brano che grida contro l’oppressione sociale, spingendo l’ascoltatore a riflettere sui mali persistenti del nostro tempo.

La title track “Gravitations” raccoglie tutte le tensioni dell’album in una narrazione intensa. Le chitarre costruiscono muri di suono, mentre la voce distante si perde in un’atmosfera densa. È il manifesto del disco: la gravità della modernità ci schiaccia, ma è proprio da lì che possiamo iniziare a risalire.

Chiude il viaggio “The Night”, una passeggiata notturna intrisa di poesia e introspezione. Il minimalismo del brano, fatto di note sparse e una voce appena accennata, sembra voler cullare l’ascoltatore fino al silenzio finale.

Con Gravitations, gli You Beast You Act realizzano il loro lavoro più coeso e ispirato. Non c’è spazio per la leggerezza: ogni traccia è un tassello di un mosaico che invita a guardare oltre la superficie. Un album che va ascoltato con attenzione, lasciandosi travolgere dal suo peso emotivo e dalla bellezza delle sue atmosfere.

Ascolta

You Beast You Act – Gravitations: recensione

Gli You Beast You Act: un viaggio sonoro tra shoegaze e dream pop. Dalle ceneri dei “fizz4” nasce un nuovo progetto musicale: gli You Beast You Act. Fondato da Alexios Othon Theodoridis, la band trae le sue radici nel panorama melodico elettronico degli anni 2000. Le prime esibizioni dal vivo riproponevano brani del precedente progetto, per poi evolversi verso un sound più sperimentale. Sintetizzatori rumorosi, influenze shoegaze e un saxofono bebop si intrecciano, creando un’atmosfera unica e coinvolgente.

Il 2018 segna l’esordio discografico con “For A Dream Flow”, un album che racchiude l’essenza del sound degli You Beast You Act. Il primo singolo estratto, “Our Secret Note”, accompagnato da un video realizzato dal fotografo Alex Coitus (Mertzanis), conquista subito il pubblico.

Nel 2020 la collaborazione con il regista Nikos Chantzis per il video “No” segna un ulteriore passo avanti. A seguire, “Sister/Hell”, un brano nato durante il periodo pandemico, esplora le tematiche della solitudine con atmosfere darkwave. I video “Eternal Love” e “Hell” del 2022 ne amplificano l’impatto emotivo.

Dal 2022 la band si esibisce in duo con Faye Charalambidou alle tastiere. Alexios torna alla chitarra shoegaze, sua passione fin dagli anni ’90, mentre Faye si concentra sui sintetizzatori. Il risultato è un connubio di “dream pop” e sonorità più ampie, dai colori pastello.

Gli You Beast You Act non sono solo una band, ma un’esperienza sensoriale che cattura e trasporta l’ascoltatore in un mondo di suoni e immagini. Un progetto in continua evoluzione, da non perdere di vista.

Carolin Albertazzi

Carolin Albertazzi